CASTEL DI TORA - Sarà aperta fino al 21 agosto la mostra fotografica che racconta in 700 scatti la storia del paese. Dal bianco e nero al colore. Dalla diga che non c’era al Lago del Turano che oggi rappresenta un’attrazione turistica. Dai nostri nonni alle nuove generazioni. Trent’anni raccontati nella mostra di Gabriele Gentili organizzata dalla proloco si Castel di Tora che da sempre si spende per far rinnovare le tradizioni.
Il significato di una mostra varia di volta in volta. Nel caso di “Viaggio nella Memoria, nella Storia, nella Cultura,nelle Tradizioni, nella Natura e nelle Immagini raccolte dall’Archivio e dalle foto di Gabriele Gentili”, il tempo appare il protagonista principale.
Occorre visitarla come se si sfogliasse il diario dell’autore. L’ambiente, la tradizione popolare, il lavoro, l’attualità nei suoi risvolti quotidiani, rendevano il soggetto umano lo scopo primo di ogni indagine fotografica. E’ così che Gentili è entrato nel cuore di Castel di Tora cogliendone l’aspetto più reale, raccontando gli attrezzi, il sudore, il calore, la sequenzialità della vita quotidiana.
Nelle immagini sembra quasi di sentire una voce narrante raccontare i 30 anni di un uomo con il suo obiettivo, di una terra che è cambiata, di uomini e donne che da sempre sono il cuore di Castel di Tora.
Vicoli, bambini, anziani, donne, scale, tradizioni e poi la diga che prima non c’era ed ora si... è come entrare in un nucleo di civiltà a se stante. La vita contadina di un tempo era così. C’è ne resta il ricordo che le fotografie hanno registrato indelebilmente, punti fissi ed incancellabili nella nostra memoria, non ritrovabili più negli stessi luoghi di allora.
Il significato di una mostra varia di volta in volta. Nel caso di “Viaggio nella Memoria, nella Storia, nella Cultura,nelle Tradizioni, nella Natura e nelle Immagini raccolte dall’Archivio e dalle foto di Gabriele Gentili”, il tempo appare il protagonista principale.
Occorre visitarla come se si sfogliasse il diario dell’autore. L’ambiente, la tradizione popolare, il lavoro, l’attualità nei suoi risvolti quotidiani, rendevano il soggetto umano lo scopo primo di ogni indagine fotografica. E’ così che Gentili è entrato nel cuore di Castel di Tora cogliendone l’aspetto più reale, raccontando gli attrezzi, il sudore, il calore, la sequenzialità della vita quotidiana.
Nelle immagini sembra quasi di sentire una voce narrante raccontare i 30 anni di un uomo con il suo obiettivo, di una terra che è cambiata, di uomini e donne che da sempre sono il cuore di Castel di Tora.
Vicoli, bambini, anziani, donne, scale, tradizioni e poi la diga che prima non c’era ed ora si... è come entrare in un nucleo di civiltà a se stante. La vita contadina di un tempo era così. C’è ne resta il ricordo che le fotografie hanno registrato indelebilmente, punti fissi ed incancellabili nella nostra memoria, non ritrovabili più negli stessi luoghi di allora.
-Sfumature di viaggio-