RIETI - Si inaugura sabato 19 novembre, alle 18.30, alla Libreria Moderna, in via Garibaldi 272, la mostra personale di Luca Vannozzi, "In dreams begin responsabilities", a cura di Barbara Pavan, promossa da Studio7.it.
‘Nei sogni cominciano le responsabilità (Yeats). C’è pure chi non sogna o, magari, non aggancia il sogno alla memoria: una vita psichica non documentabile. Una forma compensativa del sogno è il disegno, mai ricostruttiva. Per i Pellerossa, per esempio, il sogno entra da un orecchio ed esce dall’altro. La registrazione di un sogno finirebbe per essere documento psicoanalitico, referto medico, materia per diagnosi o per letteratura scadente. L’ideazione del sogno impegna capacità di costruzione, comporta responsabilità. Chi progetta e disegna dei sogni fa l’architetto e il chimico e non rappresenta il proprio vissuto, lavora per altri. Il sogno non è perciò replicazione in stato dormiente di vita reale o elaborazione disinibita di desideri, di vittimismi e di vendette. E’ questione di progetti senza calcoli, di statica caracollante, di finiture mostruosamente sovrabbondanti che poggiano su un angolo, una riga, un punto, un segno qualunque che avvii il discorso. L’argomento può essere un’anatomia emotiva che accumula dettagli. Non c’è visione d’insieme; questa, semmai, è apparente per via del fatto che i fogli hanno un margine e i quadri una cornice. Avrei voluto fare l’architetto. I corsi di statica e di geometria descrittiva mi hanno tarpato le ali. Ma nei miei disegni e nella mia architettura covano propositi vendicativi. La bonomia è solo apparente. Con i sogni cominciano le responsabilità…’ (Luca Vannozzi)
‘Nei sogni cominciano le responsabilità (Yeats). C’è pure chi non sogna o, magari, non aggancia il sogno alla memoria: una vita psichica non documentabile. Una forma compensativa del sogno è il disegno, mai ricostruttiva. Per i Pellerossa, per esempio, il sogno entra da un orecchio ed esce dall’altro. La registrazione di un sogno finirebbe per essere documento psicoanalitico, referto medico, materia per diagnosi o per letteratura scadente. L’ideazione del sogno impegna capacità di costruzione, comporta responsabilità. Chi progetta e disegna dei sogni fa l’architetto e il chimico e non rappresenta il proprio vissuto, lavora per altri. Il sogno non è perciò replicazione in stato dormiente di vita reale o elaborazione disinibita di desideri, di vittimismi e di vendette. E’ questione di progetti senza calcoli, di statica caracollante, di finiture mostruosamente sovrabbondanti che poggiano su un angolo, una riga, un punto, un segno qualunque che avvii il discorso. L’argomento può essere un’anatomia emotiva che accumula dettagli. Non c’è visione d’insieme; questa, semmai, è apparente per via del fatto che i fogli hanno un margine e i quadri una cornice. Avrei voluto fare l’architetto. I corsi di statica e di geometria descrittiva mi hanno tarpato le ali. Ma nei miei disegni e nella mia architettura covano propositi vendicativi. La bonomia è solo apparente. Con i sogni cominciano le responsabilità…’ (Luca Vannozzi)
-Sfumature di viaggio-